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GHISANATIVA: pentole, piastre, griglie e bruciatori in ghisa nuda, naturalmente antiaderenti

Pentole con rivestimenti antiaderenti: un approfondimento

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso in commercio si trovano pentole e padelle con rivestimento antiaderente (il famoso Teflon) che sono entrate nella maggior parte delle case. Il rivestimento antiaderente è in genere di colore nero ed è composto da diversi strati di PTFE che rivestono un substrato in metallo, spesso alluminio. Il numero degli strati può variare, così come il metallo sottostante, e questi due elementi determinano la qualità del tegame.

Il politetrafluoroetilene (PTFE) è in origine una polvere inodore, bianca e leggera, che non si scioglie in acqua e in nessun solvente; scoperta da un chimico dell’americana DuPont. Il PTFE si è utilizzato per anni per usi militari e a protezione delle piattaforme petrolifere perché non arrugginissero a contatto con l’acqua di mare.

I PTFE (politetrafluoroetilene) utilizzati per creare superfici antiaderenti su padelle e pentole secondo alcuni studi sono tossici e molto persistenti, sia nel corpo che nell’ambiente.

L’American Cancer Society afferma che il politetrafluoroetilene di per sé non è cancerogeno e non provoca rischi per la salute alle dosi con le quali normalmente si viene in contatto.

Si tratta di sostanze chimiche fluorurate a cui gli atomi di fluoro forniscono basso attrito e scivolosità che non permette un’ottima cottura del cibo.

Quando questi rivestimenti raggiungono alte temperature (> 200 gradi) rilasciano il PFOA, l’acido perfluorottanoico che ha effetti sulla salute.

Il PFOA viene dunque rilasciato quando la padella o la bistecchiera resta vuota sul fornello per parecchio tempo ma anche quando la superficie si graffia sia per l’uso che per i lavaggi con spugne abrasive.

Recentemente una ricerca a cura del laboratorio Nanodiagnostics di Modena ha messo in guardia su un pericolo di altra natura. Lo studio, infatti, si è concentrato sulla patina luccicante presente nei rivestimenti antiaderenti, che si staccherebbe contaminando gli alimenti, indipendentemente dal livello di logoramento e dal tipo di uso che si fa della stoviglia.

Livelli elevati di PFOA nel sangue sono collegati a un maggior pericolo di sviluppare malattie alla tiroide, soprattutto nelle donne. Lo testimonia uno studio dell’Environmental Working Group, un’associazione di consumatori statunitense.

Alle stesse conclusioni è giunta una ricerca realizzata dall’Università inglese di Exeter, che ha evidenziato un rischio maggiore al quale sarebbero esposte le donne.

La dichiarazione di Madrid, firmata nel 2015 da più di 200 scienziati provenienti da 40 Paesi, elenca molti degli effetti sulla salute documentati associati con l’uso delle pentole antiaderenti anche di nuova generazione:

  • tossicità epatica;
  • interruzione del metabolismo dei lipidi e il sistemo immunitario ed endocrino;
  • effetti neuro comportamentali avversi.

Questi sono solo alcuni degli effetti documentati. Anche i rivestimenti in polvere di pietra o ceramica usati comunemente per rendere antiaderenti pentole e padelle usano come leganti prodotti a base di politetrafluoroetilene.

L’AIRC (Foundation for Cancer Research) fa chiarezza sul tema in questo articolo di approfondimento.

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